venerdì 24 dicembre 2010

I Saturnalia



Il 17 dicembre nel calendario romano era la festa per la conclusione dei lavori sui campi dopo la semina invernale, festa dedicata a Saturno, dio dell'agricoltura. Originariamente questa festa aveva inizio con un sacrificio al tempio di Saturno cui seguiva una grande euforia dei cittadini per tutto il giorno e fino a notte fonda. I Saturnali che al principio duravano un solo giorno vennero portati a sette giorni (17-23) verso la fine del I secolo d.C.
Caratteristica di questa festa era l'evasione dalla normalità, infatti durante i Saturnali oltre alla sfrenatezza consentita cadevano le barriere sociali. Gli schiavi potevano dire ai loro padroni tutto ciò che pensavano senza essere puniti, almeno gli schiavi di città, ma sappiamo di agevolazioni anche per gli schiavi che vivevano in un regime più duro, come quelli che lavoravano nelle campagne. Per gli uomini liberi la festa era sinonimo di riposo dai lavori, infatti tribunali e scuole restavano chiuse, e soprattutto di una allegria sfrenata, chiassosa, con attività folli e giochi d'azzardo che erano consentiti solo durante questi giorni. Questa caratteristica di allegra euforia è stata ereditata dal nostro Carnevale.
Un altro elemento dei Saturnali è stato assimilato in una nostra festività. Si tratta dell'uso di scambiarsi dei doni, passato nel nostro Natale. Originariamente durante la festa di Saturno ci si regalava piccole statuette di terracotta e candele, ma nel corso dei secoli i tipi di regalo divennero i più diversi, proprio come si usa ancora oggi.
Interessante notare come un mercatino tipico dei regali per i Saturnali caratterizzasse la zona dei Saepta, non lontano dall'attuale Piazza Navona dove ancora oggi si svolge nei mesi di dicembre e gennaio il mercato natalizio per eccellenza di Roma.

mercoledì 1 dicembre 2010

Terme di Nerone



Le terme neroniane furono il secondo grande complesso termale dopo quello di Agrippa costruite nel Campo Marzio, e furono le prime ad assumere l'impianto assiale e simmetrico tipico delle terme imperiali.
Furono realizzate sotto l'impero di Nerone intorno al 62 d.C. nella zona oggi compresa tra Piazza della Rotonda, Corso Rinascimento, via delle Coppelle e via dei Crescenzi, ed erano conosciute anche con il nome di Gymnasium Neronis. Dovevano avere un'estensione di circa 25.000 mq e misurare circa 190 x 120 m. Le terme vennero restaurate da Alessandro Severo nel 227 d.C., senza subire alterazioni alla loro planimetria e assumendo da quel momento il nome di Thermae Alexandrinae.
Come le vicine Terme di Agrippa anche queste venivano alimentate dall'acquedotto dell'Aqua Virgo. La planimetria dell'edificio venne disegnata nel Rinascimento e verificata con i resti conservati. Al centro delle terme si trovavano gli ambienti della natatio, un'aula di tipo basilicale e il tepidarium e il calidarium, quest'ultimo absidato. Sui due lati, simmetrici, un cortile porticato con colonne (il Ginnasio) con abside e una grande sala a cui si affiancavano vari ambienti.
Di questo grande complesso rimangono soltanto pochi resti, dei muri sotto Palazzo Madama e Palazzo Giustiniani, ancora sotto Palazzo Patrizi e in Piazza Rondanini. Due colonne di granito con capitelli di marmo appartenenti alle terme furono scoperte nel 1934 davanti S. Luigi dei Francesi, e vennero poi rialzate in via Giovanna D'Arco sul lato della chiesa di S. Eustachio. Altre due colonne appartenenti a questo complesso termale furono usate nel 1666 da papa Alessandro VII per sostituirne altrettante danneggiate nell'angolo sinistro del pronao del Pantheon. Una ulteriore colonna di granito rosa trovata nella salita dei Cescenzi nel 1875 fu rialzata davanti alla breccia di Porta Pia in occasione del venticinquesimo anniversario della presa di Roma.
Di queste terme neroniane che dovevano essere assai sfarzose per la loro ricca decorazione rimane il ricordo in Marziale che non trovava nessuno peggiore di Nerone, ma niente meglio delle sue terme.