sabato 22 ottobre 2011

Lo Stadio di Domiziano

La pianta dello Stadio di Domiziano è rimasta visibile nel tessuto urbanistico della moderna città di Roma nell’attuale Piazza Navona. I palazzi che la delimitano infatti sono stati costruiti sopra le antiche gradinate della cavea, i cui resti si possono vedere ancora nel settore del lato curvo dello stadio verso piazza di Tor Sanguigna (scoperti negli anni 1936-38 sotto il Palazzo dell’INA) e sotto la chiesa di S. Agnese.
L’imperatore Domiziano, della dinastia dei Flavi, decise di costruire un edificio dove potessero svolgersi le gare di atletica importate dalla Grecia e mal viste originariamente dai Romani, ma che entrarono a far parte del Certamen Capitolinum in onore di Giove insieme a gare equestri e musicali. Sappiamo dalle fonti che eccezionalmente venne usato anche per combattimenti tra gladiatori. La costruzione dello Stadio e dell’Odeon dovrebbe essere stata eseguita intorno all’86 d.C. in seguito ad un grande incendio che nell’80 d.C. distrusse gran parte degli edifici del Campo Marzio.
La lunghezza dello stadio è di circa 275 m., la larghezza di 106 m. e originariamente l’aspetto della struttura esterna doveva essere caratterizzato da una serie di doppie arcate con pilastri di travertino con semicolonne ioniche (per il primo ordine) e forse corinzie (per il secondo ordine). La tradizione cristiana vuole che proprio in un lupanare all’interno dei fornici dello stadio di Domiziano abbia subito il martirio S.Agnese, nel luogo dove si trova la chiesa a lei dedicata e sotto la quale possono vedersi notevoli resti della struttura antica.
Quattro ingressi, ciascuno per ogni lato, consentivano l’accesso sugli spalti divisi in due settori (maeniana) dove potevano trovare posto circa 30.000 spettatori. L’arena era libera da costruzioni, senza spina centrale o cancelli di partenza (carceres), come testimoniano le rappresentazioni sulle monete. Lo stadio fu successivamente oggetto di lavori di restauro sotto l’impero Alessandro Severo insieme alle vicine terme di Nerone.



Domiziano fece inoltre costruire l’Odeon nelle immediate vicinanze dello Stadio, a sud di questo. Si tratta di un edificio destinato agli spettacoli musicali la cui capienza è stimata intorno alle 10.000 unità. Anche in questo caso la forma dell’antico edificio è stata ricalcata dal Palazzo Massimo, la cui facciata su Corso Vittorio Emanuele segue la linea curva della cavea. Dell’Odeon rimane forse solo una alta colonna di marmo cipollino, probabilmente appartenente all’antica scena, che si trova al centro di Piazza dei Massimi, davanti alla facciata posteriore del Palazzo. Dalle fonti sappiamo che questo edificio venne restaurato sotto Traiano dal suo architetto Apollodoro di Damasco.