Il grande obelisco che si trova davanti al palazzo di Montecitorio fu portato a Roma da Augusto nel 10 a.C. da Eliopoli in Egitto, e venne innalzato nel Campo Marzio come maestoso gnomone di un monumentale orologio solare, per la cui realizzazione, eseguita a cura di Mecenate, fu richiesta la collaborazione di matematici e astronomi di Alessandria d'Egitto.
La scoperta dell'obelisco segnato dai geroglifici, che ne indicano l'originaria appartenenza al faraone Psammetico II, avvenne nel 1748 sotto una casa al civico 3 di piazza del Parlamento (un'iscrizione ricorda il ritrovamento). Qualche tempo dopo, nel 1792, l'obelisco fu restaurato con pezzi della colonna di granito di Antonino Pio (scoperta nel 1703 in via degli Uffici del Vicario) e rialzato nella sua sede attuale, non lontano dal suo posto originario.
Scavi recenti in via del Campo Marzio hanno permesso di portare alla luce una parte dell' Horologium, a circa 6 metri di profondità rispetto al piano attuale, composta da pavimento in grandi lastre di travertino su cui sono posizionate indicazioni in lingua greca in grandi lettere di bronzo.
Si tratta di un restauro riferibile a età domizianea avvenuto in seguito al grande incendio dell'80 d.C. Così possiamo ricostruire il funzionamento dell'Horologium solare, dove l'obelisco-gnomone proiettava la sua ombra su un enorme quadrante, che si estendeva da S. Lorenzo in Lucina fino alla piazza del Parlamento, e da via della Lupa a via in Lucina e costituito da lastre di travertino, nel quale erano inserite linee in bronzo dorato per dividere i vari settori temporali e scritte in greco che davano indicazioni cronologiche.
Si tratta di un restauro riferibile a età domizianea avvenuto in seguito al grande incendio dell'80 d.C. Così possiamo ricostruire il funzionamento dell'Horologium solare, dove l'obelisco-gnomone proiettava la sua ombra su un enorme quadrante, che si estendeva da S. Lorenzo in Lucina fino alla piazza del Parlamento, e da via della Lupa a via in Lucina e costituito da lastre di travertino, nel quale erano inserite linee in bronzo dorato per dividere i vari settori temporali e scritte in greco che davano indicazioni cronologiche.
Oltre al ritrovamento dell'obelisco nel corso dei secoli furono trovati tratti del quadrante, come nel 1463 proprio sotto la chiesa di S. Lorenzo in Lucina dove si trovò parte del pavimento con linee bronzee e durante il pontificato di Sisto IV con tratti di quadrante con mosaici rappresentanti figure dei venti e scritte che indicavano i loro nomi (Boreas, Aquilo, ecc.).
Sappiamo da Plinio che l'orologio, forse in seguito ad un terremoto che spostò leggermente l'obelisco, non funzionava bene, così fu restaurato da Domiziano. Dalle fonti inoltre sappiamo anche che il 23 settembre, data di nascita di Augusto, l'ombra dell'obelisco cadeva esattamente sulla vicina Ara Pacis.